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L'utilizzo delle applicazioni VR come ambiente virtuale è partito da una parte dall'osservazione, condivisa dagli operatori nel campo delle Dipendenze Patologiche e della Psichiatria, che molte persone mostrano grandi difficoltà a sopportare l'approccio psicoterapeutico 'standard' e dell’altra per il frequente uso improprio delle terapie psicofarmacologiche solitamente prescritte. Questa realtà spiga anche il fenomeno che spesso caratterizza tali quadri patologici: continui o frequenti rientri in terapia, senza successo duraturo.

Da molti anni, la letteratura ha dimostrato l'efficacia, in un tempo ragionevolmente breve, di un'esposizione guidata e ripetuta ad ambienti VR. Il soggetto può sperimentare, in un mondo virtuale, le situazioni personali difficili, discutere con psicoterapeuti esperti delle proprie sensazioni durante l'esperienza di VR e aumentare il livello di consapevolezza delle proprie risorse e delle conseguenze di eventuali azioni compulsive.
Anche nell'area delle Fobie e dei Disturbi d'Ansia (sociali o relazionali, diffusi o specifici) e nel PTDS, l'esposizione VR ha dimostrato la sua efficacia soprattutto se abbinata ad un parallelo trattamento psicoterapeutico.
La forza dell'immersione in un ambiente VR è rappresentata da due caratteristiche principali: l'immersione e il senso di presenza.
Grazie a queste due caratteristiche, la persona che entra in un ambiente VR vive un'esperienza altamente emotiva e partecipativa.
La protezione e la sicurezza di questa esposizione virtuale è rappresentata dalla guida costante di uno psicoterapeuta esperto, che testimonia l'esperienza VR, e che aiuterà poi il soggetto a riflettere sugli esiti dell'immersione nell'ambiente VR e ad aumentare il proprio livello di consapevolezza. La forza di vivere questo tipo di esperienza, come se fosse reale, permette al soggetto di superare la difficoltà del confronto verbale, spesso inibito o fortemente vincolato.

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